UOMINI E DONNE OVER IS OVER?
“Questa piega che ha preso il programma non mi interessa affatto e anzi ve lo dico chiaramente: chi non è interessato realmente a conoscere una persona può anche andare a casa! Non offendetevi se la redazione non vi chiama più, perché c’è gente che chiama per partecipare con propositi in linea con lo spirito della trasmissione, dei profili facebook potete parlarne altrove!”.
Maria De Filippi ha tuonato. La conduttrice non ne può più di sotterfugi, liti e polemiche che tradiscono l’originario significato di Uomini e Donne Over. Non ci stupiremmo, però, se ad infastidirla più della causa fosse l’effetto, ossia gli ascolti in calo della versione over del dating show.
Uomini e Donne over: buoni ascolti ma in calo
Del resto, non sarebbe la prima volta che le sfuriate di Maria coinciderebbero con “momenti no” dal punto di vista auditel del programma. Intendiamoci, il numero di spettatori di Uomini e Donne rimane di tutto rispetto ma non era mai successo che la versione over viaggiasse sugli stessi livelli (se non addirittura inferiori) di quella classica, con share spesso al di sotto del 20%.
Uomini e Donne over: che fine hanno fatto i vecchi?
Oltre a polemiche e ad “amori di cartone”, però, Uomini e Donne over paga un’evoluzione accelerata che ha portato ad una progressiva messa in disparte degli arzilli vecchietti a favore di protagonisti 40-50 enni. Della genuinità dei primi tempi, quando c’era Rosetta a stemperare i toni, non è rimasto più nulla. Gli over 40 hanno “sporcato” quello che poteva essere un fine nobile, minando altresì la credibilità della trasmissione e alzando l’asticella della polemica. Allo stesso tempo, è inutile negare che alcuni di loro hanno una presa maggiore sul pubblico e hanno svolto un ruolo essenziale nelle fortunate dinamiche degli ultimi anni. Insomma, Barbara, Elga, Samuel funzionano a patto che si innamorino e che siano affiancati da facce nuove (e sincere).
Uomini e Donne over: promosso l’arbiter elegantiae
La reiterata presenza di alcuni protagonisti ha anche reso ancora più interessante l’arbiter elegantiae, azzeccata competizione un po’ alle Cortesie per gli Ospiti introdotta in questa edizione. Si curiosa nelle case, ci si appassiona alle votazioni, ci si immedesima, si critica. Ça va sans dire che anche in questo caso si è andati oltre con sgradevoli discussioni sulle mutande del “cavaliere” di turno. A differenza delle sfilate, l’arbiter elegantiae ha il pregio di rompere la monotonia da studio e di creare in qualche modo un fil rouge con le famigerate “esterne” che hanno fatto la fortuna del programma.
Qualcuno non comprenderà il senso di format dentro al format, e anche noi all’inizio faticavamo a trovare un motivo di interesse nelle sfide in passerella. La realtà è che si tratta di un ottimo espediente per non stancare ma continuare a fidelizzare (le cinque puntate a settimana sono sia un punto di forza che un punto di debolezza) e che il pubblico apprezza in quanto spin off di Uomini e Donne con gli stessi protagonisti. Il successo va proprio ricercato in quell’affezione che il telespettatore nutre nei confronti dei partecipanti.
Di sicuro, però, sfilate e arbiter elegantiae vanno ad alimentare quel clima che “non c’entra niente con la trasmissione” che avrebbe stufato la De Filippi e che sposta l’asse dal fine ultimo del programma.
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