GRAFFITI SPECIALE SANREMO: IL FINTO ARRESTO DI IVA ZANICCHI, IL PRIMO AMICO DELLA DE FILIPPI, IL CACHET DELLA CUCCARINI, PARIETTI VS VENIER
Appuntamento speciale interamente dedicato al Festival di Sanremo per Graffiti, la nostra rubrica dedicata al passato del piccolo schermo. Intorno alla kermesse musicale più amata e allo stesso tempo più criticata del Paese, notizie, curiosità e soprattutto polemiche non sono mai mancate. Impossibile ricordare ed elencare le centinaia di polemiche vere, false o presunte che hanno animato le 64 edizioni.
In attesa della finalissima di questa sera, abbiamo scelto per voi alcune piccole curiosità legate ai Festival di Sanremo degli anni ’90, anni in cui l’aspetto televisivo della kermesse inizia inevitabilmente ad avere la meglio sulla competizione canora. Le canzoni appaiono sempre più in secondo piano rispetto alle rivalità tra prime donne, o alle raccomandazioni per condurre una vetrina sempre più ambita. Dalla tv arriva anche Alessandro Errico, antesignano di Marco Carta e Valerio Scanu, che da opinionista di Amici, in versione talk show, approda all’Ariston.
1990: su Rai1 “scoppia” Il Caso Sanremo
Dal 27 gennaio al 24 febbraio 1990 per cinque sabati in prima serata su Rai1 va in onda Il Caso Sanremo, un varietà ideato e condotto da Renzo Arbore e Lino Banfi, con la partecipazione di Michele Mirabella e Massimo Catalano. La trasmissione, ambientata in una finta aula di tribunale realizzata all’interno del Teatro delle Vittorie in Roma, omaggia in maniera ironica i 40 anni della kermesse musicale. Ogni settimana le canzoni del Festival vengono messe ironicamente sotto processo, traendo spunto dalle esibizioni dei numerosi cantanti ospiti. Arbore riveste il ruolo del giudice, mentre Banfi interpreta l’avvocato difensore Domenico Passalacqua. A Michele Mirabella spetta infine il ruolo di rappresentare la Pubblica Accusa. Nel cast anche il gruppo musicale dei Campagnoli Belli, capitanati da Stefano Palatresi. Il programma ottiene un grandissimo successo, incollando al video una media di 10 milioni di spettatori.
1990: pressioni e raccomandazioni per la conduzione del Festival di Sanremo 1990
Gennaio 1990. Ad un mese dalla partenza del Festival di Sanremo la Rai non ha ancora scelto il conduttore della kermesse organizzata in quegli anni da Adriano Aragozzini. Non mancano però le raccomandazioni…
Da La Repubblica del 26 gennaio 1990
…La manifestazione compie quarant’anni e, negli auspici di Carlo Fuscagni, dovrebbe essere soltanto una grande, tranquilla festa per la canzone. Per questo scopo, RaiUno sta affrontando uno sforzo produttivo importantissimo. Il nostro budget è, come negli anni scorsi, di quattro miliardi, un miliardo a serata televisiva com’è nostra norma. Ma va ricordato che quest’anno si risparmia la cifra per la costruzione della tenda degli stranieri. Nelle quattro serate, se pure la musica sarà protagonista, poiché non si vive di sole canzoni, sono previsti spazi per interventi di personaggi popolari, che arricchiscono l’elemento spettacolo. Ma anche in questo caso i nomi non ci sono. Si sanno soltanto quelli che sono stati già contattati e che hanno già rifiutato per precedenti impegni: Benigni, Grillo, Montesano, Verdone. Più cauto rispetto agli altri, Mario Maffucci, ha sottolineato la durata umana delle dirette da Sanremo, che solo venerdì e sabato supereranno le 23, ed ha parlato del Festival come di una grande festa, ma soprattutto di una grande occasione da riempire di contenuti. I contenuti naturalmente sono le canzoni e quelle, come si sa, sono tutte da sentire. Però neanche da Maffucci, a parte l’informazione sulla sigla che sarà di Claudio Baglioni, il quale a Sanremo registrerà anche un video, si sono avute grandi notizie. Non è stato ancora deciso chi presenterà il Festival (naturalmente il nome di Pippo Baudo si fa) e, come Aragozzini ha parlato delle pressioni ricevute e respinte per la scelta del programma, anche Maffucci ha ammesso, sui presentatori, che abbiamo segnalazioni e pressioni, ma decideremo in completa autonomia. Il riferimento, non casuale, era alle vive raccomandazioni di un ministro a favore di Gabriella Carlucci.
1991: il pianto dell’indimenticata Maria Pia Biscotti
Grandi novità al Festival di Sanremo 1991. Da questa edizione, infatti, viene introdotta la giuria demoscopica come mezzo di votazione dei cantanti. La selezione del campione e la raccolta dei dati viene affidata alla società Doxa. A curare i collegamenti esterni con la società durante le serate è l’indimenticata Maria Pia Biscotti, che passerà alla storia come una delle inviate più “imbranate” del Festival. In collegamento dal Casinò di Sanremo, la giovane ragazza, travolta dall’emozione, ebbe serie difficoltà non solo a spiegare i meccanismi di votazione, ma anche a formulare frasi di senso compiuto. Un’emozione travolgente, che nell’ultimo collegamento durante la serata finale, tra saluti e baci a casa, porta la Biscotti a piangere in diretta.
1993: Cuccarini vs Parietti
Lorella Cuccarini al Festival e Alba Parietti al DopoFestival. Queste le scelte fatte da Pippo Baudo per il Sanremo 1993. Tra le due primedonne, rivali in quella stagione alla domenica pomeriggio con i rispettivi programmi Buona Domenica e Domenica In, i rapporti non appaiono però dei più distesi.
Da Il Corriere della Sera del 23 febbraio 1993
Scambio di cortesie tra primedonne. Ma da lontano. Conferenze stampa separate per Cuccarini partner di Baudo alle serate e per Parietti che con Pippo condurrà il Dopofestival e il galà Unicef di domani. Qualcuno è pronto a giurare che sia stata la zuccherosa Lorella a pretendere di non avere accanto la pepata Alba, qualcun altro metterebbe la mano sul fuoco per l’ esatto contrario. Loro si discolpano e buttano acqua sulla polemica. “E stata la Rai a decidere che fosse così e mi sembra giusto. Sarebbe stato imbarazzante essere alla presentazione senza sapere nulla dello spettacolo dell’altra”, dice con la solita verve la Cuccarini, accompagnata a Sanremo dal marito e dal fratello guardia del corpo Roberto, stretta tra Fuscagni e Baudo, elegantissima in un giacchino di Valentino. E precisa che “mentre si chiedono sacrifici agli italiani non si pensi, come qualcuno ha scritto, che guadagnerò con Sanremo 1 miliardo e 200 milioni, ma solo 36 milioni a serata“. La spiegazione non convince i maligni e allora interviene Pippo. “Ma diciamolo, è meglio evitare gli sguardi in cagnesco e l’imbarazzo dell’incontro tra la presentatrice del festival che potrebbe sembrare di serie A e quella del Dopofestival di serie B. Sono tutte e due bravissime ma con ruoli diversi”. Lorella lo guarda adorante. Secondo round con Alba al fianco di Pippo. Anche lei elegantissima (veste Alberta Ferretti), sempre energica e volitiva. Allora è stata lei a non voler sedere accanto a Lorella? “Confermo che è stata una scelta Rai: per me tornare a Sanremo è soltanto un piacere”, risponde pronta la showgirl accompagnata dal fidanzato filosofo. Qualcuno la vuole in trattativa con Raitre dove ieri sera è apparsa a “Diritto di replica”: lei si limita a un “no comment”. Ma non le secca che venga inventata questa rivalità da copertina? “Non capisco, ma mi adeguo. E comunque come confrontarci: sarebbe come fare un paragone tra la Callas e Coppi!”. La parola finale a Baudo: “La rivalità tra primedonne tiene accesa la curiosità, è un artificio per fare spettacolo”. E così sia.
1994: Parietti vs Venier
Le polemiche proseguono anche l’anno successivo, al Festival di Sanremo del 1994, con Alba Parietti che commenta gli ascolti ottenuti dal DopoFestival di Mara Venier.
Da Il Corriere della Sera del 2 marzo 1994
E ieri la Venier si è indispettita per un’intervista della Parietti (“Nel 1993 il Dopo festival aveva il triplo d’ascolti. Chi è più brava: giudicate voi”). Mara replica: “Impossibile paragonare le due edizioni del Dopo festival, tagli e orari diversi. Un raffronto invece si può fare tra la “Domenica in” 1993 di Alba e la mia di quest’anno. E i dati d’ascolto sono piuttosto differenti. Non vorrei far gare con Alba, se lei eviterà di confrontarsi con me”
1996: Alessandro Errico da Amici a Sanremo
Correva l’anno 1996 ed Amici, futuro talent di successo di Canale5, era un semplice talk show. Tra i tanti ragazzi che in veste di opinionisti prendevano parte al programma condotto da Maria De Filippi, vi era anche Alessandro Errico che, ben prima di Marco Carta, Emma e Valerio Scanu, tenta la carriera di cantante, partecipando al Festival di Sanremo. Errico sale sul palco dell’Ariston nell’edizione del 1996, nella categoria “Giovani”, proponendo il brano Il grido del silenzio, che pur non ottenendo un’ottima posizione al festival, scala le classifiche di vendita, e porta l’album Il mondo dentro me a vendere 100 mila copie. Il giovane cantante torna a Sanremo l’anno successivo – promosso nella categoria Big – con il brano E penserò al tuo viso, tratto dal secondo album, Esiste che. Con l’uscita di quest’album, Errico decide di abbandonare temporaneamente le scene, interrompendo il contratto con la Sugar di Caterina Caselli, per sviluppare un percorso artistico svincolato da ogni esigenza puramente commerciale.
1998: il finto arresto di Iva Zanicchi
Mercoledì 25 febbraio 1998 alle 20.40 su Canale5, in diretta concorrenza con la seconda serata del Festival di Sanremo, condotto quell’anno da Raimondo Vianello, va in onda Indagine sulla canzone truccata, uno speciale condotto da Emilio Fede, nel quale si annuncia, con tanto di immagini esclusive, il clamoroso arresto di Iva Zanicchi. In studio come ospiti Giuliano Ferrara, Alba Parietti, Daniele Vimercati e Pupo. Lo speciale prosegue con tanto di dibattito su manette facili, magistrati incontrollabili, arresti spettacolari, e si conclude dopo due ore, con l’ingresso in studio della Zanicchi, che svela al pubblico, che si tratta di uno scherzo. La trasmissione crea numerose polemiche, in particolare tra i volti dell’informazione Mediaset.
Da Il Corriere della Sera del 27 febbraio 1998
Non sono in molti all’interno di Mediaset ad aver apprezzato la “provocazione sul modo di fare informazione” come Emilio Fede continua a definire lo speciale “Fax facsimile”, voluto da Maurizio Costanzo, andato in onda mercoledì sera su Canale 5, in cui il direttore del Tg4 insieme a Giuliano Ferrara, Alba Parietti e Daniele Vimercati, direttore del “Borghese”, aveva simulato l’arresto di Iva Zanicchi. Il giudizio più netto arriva da Michele Santoro: “Un passo indietro per una rete come Canale 5 che mira ad assumere il ruolo istituzionale di servizio pubblico. Un’operazione di cabaret, affidata a chi per mestiere dovrebbe farsi garante della bontà delle notizie trasmesse e a dei soliti noti impegnati nella lotta contro i magistrati”. Insomma, “una specie di sberleffo contro i giudici”. Il giornalista ha un suggerimento per Mediaset: “Per crescere deve imparare a trattare il capitolo giustizia con freddezza e imparzialità. Credo che il nostro maggiore azionista, Berlusconi, abbia tutto l’interesse a evitare avventure pericolose con effetti – Mugello”. Pollice verso anche dall’interno del telegiornale della rete diretta da Costanzo. “Una stecca, un autogol col risultato di far guadagnare due punti di audience, ma che rischia di farne perdere molti in termini di credibilita” secondo il direttore del Tg5 Mentana, che non ha apprezzato il fatto di essere stato tenuto all’oscuro dell’”esperimento”. “Una tragicommedia, un danno per tutti i giornalisti Mediaset. Sono state usate armi improprie per imbastire un dibattito sulla giustizia” fa eco il vicedirettore Lamberto Sposini. E il cdr denucia “la strumentalizzazione e l’inganno ai danni dei telespettatori” chiedendo un intervento all’azienda. E il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha scritto al presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, per esprimere “preoccupazione”. L’azienda però preferisce tacere (e anzi, invita gli interni a non fare troppo scalpore), lasciando la difesa d’ufficio ai protagonisti del caso: Costanzo, Fede, Ferrara, Vimercati. E, sa va sans dire, alla Parietti “indignata dell’indignazione dei giornalisti”. Nega ogni riferimento alla giustizia Emilio Fede. “Ma vi pare che Costanzo sia contro i giudici? E’ ovvio che giustizia e politica vanno affrontate in ben altro modo. Il nostro scopo era aprire un dibattito sulla tv”. Ma Ferrara, evidentemente, non è d’accordo se parla di “modo per chiudere l’infame circo mediatico giudiziario”. Della questione promette di occuparsi anche l’Ordine dei giornalisti (Fede è iscritto a Roma), mentre il cda Rai ha rinunciato, come in un primo tempo aveva ipotizzato, a denunciare Mediaset per “concorrenza sleale” (ma il bottino di ascolti di Canale 5 è stato deludente). E ieri sera “Striscia la notizia” non ha perso l’occasione di cavalcare l’onda mettendo in scena un falso arresto di Fede ad opera di simil – carabinieri. “Non è giusto che Fede venga travolto dall’aver reso ancora più esplicito il suo modo di fare fiction” ha chiosato Ricci.