POLITICS, L’ADDIO DI SEMPRINI: “È STATO UN FALLIMENTO, COLPA SOPRATTUTTO MIA”. POI IL MESSAGGIO ALLA BIGNARDI
“La colpa è soprattutto mia, mi prendo responsabilità“. Gianluca Semprini ci ha messo la faccia. Ieri sera, nell’ultima puntata di Politics, il giornalista si è assunto l’onere del fallimento registrato dalla sua trasmissione. Inaugurato nel settembre scorso, il programma di Rai3 non ha ottenuto i risultati sperati ed è stato chiuso anticipatamente dalla direttrice di rete Daria Bignardi. Congedandosi dal pubblico, il conduttore ha ammesso il flop ma si è anche tolto qualche sassolino dalla scarpa. Ecco cosa ha detto in diretta.
“Politics chiude in anticipo. Come si diceva a Sanremo? ‘Comunque vada sarà un successo’. Invece in questo caso è stato un fallimento, purtroppo. La colpa è soprattutto mia, mi prendo responsabilità. Vi avevo promesso in uno spot, tra il serio e il faceto, che a domande precise avrei ottenuto risposte precise dai politici: non ci sono riuscito e ovviamente mi avete punito in termini di share. Però questa redazione, tutta la squadra di Politics, è stata equidistante. Nel referendum fra il sì ed il no, hanno scelto il forse e vi hanno dato un’informazione pulita. Questo lo rivendico” ha affermato Semprini.
Il giornalista si è poi espresso sulle critiche piovutegli addosso in questi mesi, svelando anche alcuni retroscena da lui stesso stigmatizzati con forza.
“Ho ricevuto una marea di critiche, alcune giuste e legittime, alcune ingenerose, altre vergognose. C’è stato un quotidiano che fino a metà giugno mi considerava un bravo giornalista, poi appena ho firmato con la Rai sono diventato un servo del governo. E va bene, ci può stare. Poi hanno addirittura infiltrato una spia nella nostra redazione, chissà cosa doveva scoprire mai. Alla fine hanno proprio esagerato: hanno scritto che noi sfruttavamo i casi di malati di tumore e diabete. Nella mia storia personale c’è un papà morto di tumore e una sorella morta di diabete: non vi dovete permettere, non fate lezioni di moralità, vi prego“.
E le ultime parole, velatamente polemiche, Semprini le ha dedicate alla direzione di Rai3. A quella Daria Bignardi che lo aveva chiamato da Sky per rinnovare il prime time del martedì, ma che – nel giro di pochi mesi – aveva ammesso con onestà un problema proprio in quella fascia. Le conseguenze (inevitabili) si sono concretizzate ieri.
“Con un sorriso amaro, dico alla direzione che mi ha voluto qui e che aveva annunciato la rivoluzione del talk: per le rivoluzioni ci vuole tempo e coraggio, non si può aver paura dopo i primi insuccessi. Capisco il clima e capisco anche il raggiungimento dei risultati, ma forse bisogna tenere un po’ più il punto. Io sono a disposizione e sono un dipendente della Rai, anche su questo c’è stata polemica. Insomma: venivo da Sky, avevo un contratto a tempo indeterminato e quando la Rai mi ha cercato ho chiesto un contratto a tempo indeterminato come avrebbe fatto qualsiasi lavoratore. Chiedo anche ai colleghi di smetterla con questo veleno. Con la fine di Politics facciamo finire anche tutte queste critiche. Sono a disposizione perché, di fatto, sono uno che non ha mai avuto paura di lavorare e dunque riparto dall’ultimo gradino“.
Si è chiuso così l’esperimento di Politics. Il peccato originale della trasmissione? Lo scrivevamo all’indomani del debutto e lo ripetiamo: l’aver creduto o sperato che Semprini potesse essere il ’salvatore della Patria’.