Sky Go, Premium Play e Netflix anche all’estero: l’Europa abolisce il geoblocking
Servizi on-demand fruibili in tutta Europa, senza frontiere. Stavolta anche gli euro-scettici non potranno trascurare la novità. Il Parlamento Ue ha dato il proprio via libera alla cancellazione del cosiddetto “geo-blocking”, la barriera digitale che limitava il consumo di contenuti online al Paese di residenza. La liberalizzazione riguarderà – per periodi limitati di tempo – piattaforme quali Netflix, Sky Go, Premium Play, HBO Go e Spotify.
L’approvazione della norma è arrivata con 586 voti favorevoli, 34 contrari e 8 astenuti. L’accordo consentirà di consultare i principali servizi d’intrattenimento online in qualunque Paese dell’Unione e non solo dove l’abbonamento alla piattaforma on-demand è stato sottoscritto. Calcio, film e serie Tv saranno disponibili anche in vacanza o in viaggio: finora non era possibile dato che le licenze sui diritti d’autore possono essere diverse da un paese all’altro.
L’accesso esteso, però, avrà un vincolo: sarà infatti limitato a soggiorni temporanei all’estero per vacanza, studio o lavoro. Per questo è previsto che i fornitori di servizi con contenuti online possano prendere misure “efficaci e ragionevoli” per verificare che l’abbonato non si sia trasferito definitivamente in un altro paese Ue e quindi stia abusando della ‘licenza’. Il controllo della carta d’identità, i dettagli di pagamento e le informazioni postali o sull’indirizzo IP sono alcuni dei metodi che potranno essere utilizzati a tale scopo (con specifiche ed auspicabili tutele sul trattamento dei dati personali).
Ad essere interessati saranno solo i servizi a pagamento, fronte sul quale sono in arrivo ulteriori novità. Dal 15 giugno prossimo, infatti, entrerà in vigore l’abolizione del roaming (secondo quanto stabilito dal Parlamento di Strasburgo lo scorso mese di aprile). I consumatori potranno quindi telefonare e navigare in Internet all’estero con il piano tariffario sottoscritto nel proprio Paese. Secondo le previsioni, tale norma potrebbe favorire proprio l’utilizzo dei servizi on demand.