Gianluigi Paragone: «La7? Non penso farò niente, Cairo mi paga per non far nulla»
Perfino La7 ha la sua ‘panchina’, sulla quale, al termine della scorsa stagione tv, ha avuto ‘il piacere’ di accomodarsi anche Gianluigi Paragone. Dopo la chiusura definitiva del suo programma La Gabbia, in onda per quattro stagioni consecutive (a partire dal 2013), il giornalista è intervenuto a Un Giorno da Pecora su Radio 1, spiegando chiaramente tutti i risvolti della sua -ancora irrisolta- situazione sul canale di Urbano Cairo.
Oltre 160 le puntate andate in onda, ad animare altrettanti prime time (prima la domenica e poi sempre di mercoledì), al tasto numero sette del telecomando, attraverso un vivace dibattito, in guerra aperta con la casta e i poteri forti. Durante l’intervista, rilasciata ai microfoni di Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, sul tema della sua assenza in video e sulla tournée teatrale -attualmente in corso-, l’ex direttore de La Padania dichiara:
“Con il mio spettacolo, con la musica e con i libri non guadagno niente. Poi però mi faccio pagare da Cairo per…non fare niente“.
Successivamente, incalzato dai due speaker, alla domanda sulle motivazioni che hanno portato alla cancellazione del suo talk show, risponde senza troppi giri di parole:
“Quando arriva un direttore (Andrea Salerno, NdDM) ha tutto il diritto di fare le sue scelte, anche di chiudere i programmi che non gli piacciono. Lui me lo ha detto in faccia: il tuo programma non mi piace, non è una questione di ascolti o di costi. Punto e basta. Per me un direttore ha tutto il diritto di fare le sue scelte, nessun vittimismo”.
In realtà, aldilà dei gusti personali della nuova direzione, gli ascolti non hanno mai fatto registrare grossi risultati e, dunque, si è scelto di tagliare laddove ci fossero i margini per farlo. Infine, al capitolo ‘lavori in corso’, per un eventuale nuovo progetto su La7, dice:
“Secondo me…non farò niente. Dovevamo partire a novembre con una cosa ma la squadra non c’è. Ormai non ho più nemmeno collaboratori disponibili perché se ne sono andati in altre produzioni”.