QUESTO MATRIX S’HA DA CHIUDERE. E MAURIZIO COSTANZO BEFFA TUTTI
Enrico Mentana, che piaccia o meno, era riuscito a caratterizzare in maniera ben precisa il proprio salotto politico, risultando fortemente concorrenziale nei confronti della Terza Camera, messa in piedi da Bruno Vespa sulla prima rete della TV di Stato. Alessio Vinci non è riuscito, invece, a fare lo stesso e a prenderne in mano le redini in maniera corretta; con ogni probabilità, la sintesi migliore delle ragioni alla base dell’insuccesso sono rintracciabili in quel fastidioso ma incontrovertibilmente azzecato nomignolo sfornato da Roberto D’Agostino che non si crea troppi problemi nel “rinominare” Alessio Vinci in CatAlessio. Tra l’altro, il fatto che un salotto politico debba ricorrere alla puntata “ludica” del venerdi per sperare in un recupero last minute degli ascolti, risulta francamanente imbarazzante.
Dato che probabilmente dovrebbe far riflettere e che risulterà interessante per la TV di Stato dove, tra qualche mese, vedremo Costanzo alla prese con un nuovo show prodotto con ogni probabilità dalla Magnolia di Giorgio Gori. E a poco serve che PierSilvio Berlusconi dichiari a gran voce da Montecarlo che “Matrix resta lì dov’è“. Sarà certamente questione di opportunità e probabilmente “Matrix resta lì dov’è” per la mancanza di una valida e concreta alternativa o per la mancanza di quella “propensione al rischio” che pur essendo pericolosa, a volte è certamente foriera di inaspettati exploit.
D’altronde, la presenza, seppur smentita da tanti, di nuovi progetti per la seconda serata dell’ammiraglia del Biscione sembrerebbe un dato di fatto e, a parere di chi vi scrive, un cambio di rotta avrebbe potuto portare una ventata di novità, svegliando i telespettatori dalla catalessi.
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