Festival di Sanremo 2018, big: un cast di vecchie glorie con il retrogusto di muffa
I timori si sono rivelati fondati. Erano bastate le prime dichiarazioni (clicca qui) di Claudio Baglioni, direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2018 per sospettare che l’era Conti sarebbe diventata un lontano ricordo. Nessuna eliminazione nelle quattro serate, durata delle canzoni allungata, e – l’abbiamo scoperto poche ore fa – un cast di Big decisamente anziano e dal sapore poco nazionalpopolare. Non proprio un bene per una kermesse che da sempre fa del pop-olare la sua bandiera.
Nessuno mette in dubbio la caratura artistica di, solo per fare degli esempi, Enzo Avitabile, Bungaro o Pacifico: c’è da scommettere che il livello musicale di questo Festival sarà alto. Ma Sanremo è, da un lato, una straordinaria vetrina commerciale (quanti dei 20 big negli ultimi 3 anni sono stati in vetta alle classifiche?), dall’altro è anche e soprattutto televisione e di questo il buon Claudio Baglioni deve essersi dimenticato. E lo dimostra anche la presenza di appena quattro donne che, oltre a non far felice i cultori del “girl power”, toglie un tocco di glamour e gossip al Festival.
Pochi i nomi giovani, pochi i nomi “di massa” che comunque in molti casi sanno di già visto. Non necessariamente un male, penserete voi, ma quelli che mancano (salvo qualche rara eccezione come i The Kolors, bisognosi di un rilancio però, o Annalisa) sono i nomi di quel genere di cantanti che da una decina d’anni – dalle vittorie di Carta e Scanu in poi – avevano salvato Sanremo dal baratro, avvicinando inimmaginabili fette di pubblico al Festival. I numeri delle ultime tre edizioni lo confermano. Impensabile fare anche un Festival senza nomi di nicchia o over, peccato però che al Festival di Sanremo 2018 ci saranno profili molto simili a discapito di generi e personalità del tutto assenti.
Manca il colpaccio, manca l’effetto wow, gli ex talent sono ridotti all’osso, i rapper addirittura assenti. Ora: è meglio un Sanremo pop con tutti gli annessi e connessi (come quello di essere anche alla portata dei ragazzini) o un Sanremo di classe ma potenzialmente noioso? Il cambio di rotta c’è stato e si è visto: adesso la macchina si mette in moto e inizia il suo percorso, con la consapevolezza che il traguardo sia sempre e comunque lo stesso. Aspettiamo l’ascolto delle canzoni per avere un quadro più chiaro.
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