E’ Arrivata la Felicità 2: la malattia qui è una forzatura
Che la fiction italiana racconti le storie del pubblico, è vero. Che metta in scena i problemi delle persone comuni così come delle minoranze, anche. Ma ogni fiction ha un suo registro, un suo mood, e i temi trattati vanno tarati anche e soprattutto in base a quello: per questo la scelta di incentrare la seconda stagione diE’ Arrivata la Felicità sul cancro, seppur nobile e ricca di buone intenzioni, non convince.
E’ arrivata la Felicità 2: un tema troppo cupo per una fiction leggera
L’idea di raccontare la malattia col sorriso e puntare sulla voglia di guarire, di non lasciarsi abbattere, è bellissima, ma impraticabile: Angelica – il personaggio di Claudia Pandolfi, che ha scoperto di avere un linfoma di Hodgkin – può ridere, può mostrarsi combattiva, può ballare, può fare l’amore, può restare bella nonostante le cure e vincere la sua battaglia, ma la tristezza e l’apprensione restano ad ogni scena.
E’ un po’ quello che è accaduto in tre stagioni di Braccialetti Rossi, ma lì l’obiettivo era chiaro fin dall’inizio e tu spettatore, se decidevi di guardare le puntate, sapevi cosa aspettarti. Sapevi che avresti pianto, che il dolore messo in scena avrebbe toccato qualche corda del tuo passato o di quello di qualcuno a cui vuoi bene, che saresti stato un po’ in apnea, temendo per la vita dei personaggi che avevi imparato a conoscere.
E’ Arrivata la Felicità, invece, si è presentata due anni fa al pubblico di Rai 1 come l’erede di Tutti pazzi per Amore, una serie spensierata, sopra le righe, da guardare per rilassarsi. Dove potevano essere toccati anche temi delicati ed importanti ma alla base c’era una grande leggerezza, che faceva sorridere. La prima stagione non è stata un capolavoro, è stato un racconto carico di cose già viste e sopra le righe, ma si è difesa; la seconda, invece, ha preso un’altra direzione, quella del tema sociale, che proprio non si sposa con l’eccentricità, le canzoni e il caos.
In conclusione la scelta degli autori, che per taluni sarà stata coraggiosa e commovente, è stata una forzatura, forse un modo per nobilitare il tutto, l’esagerazione che all’esordio del progetto ci augurammo non si verificasse mai.