La Regione Lombardia prova a mettere un freno alla crisi delle emittenti locali
Nell’era del web il panorama italiano diventa per la tv una questione sempre più glocal. Global per i competitors, local per l’economia. Ormai da diversi anni le emittenti locali sono in crisi, complici il digitale terrestre, il boom di altri mezzi di comunicazione e il proliferare dell’offerta su ciascuno di essi. A marzo 2018 le emittenti rilevate da Auditel, solo per dar un ordine di grandezza, erano 159 mentre, dallo studio sul settore nel 2015 di Confindustria Radio Tv, il totale delle società televisive prese in esame arrivava a 458.
Inutile, dunque, sottolineare il valore economico di questa realtà tipica di un Paese che basa la sua economia sul sistema delle PMI, che banalmente dà lavoro a una miriade di addetti. Vanno anche presi in considerazione però gli aspetti culturali e informativi. Basti pensare a chi sono gli autori e le fonti di filmati e testi che rimbalzano poi sulle televisioni nazionali, internazionali e web nella maggior parte dei casi quando, ad esempio, si verifica un evento straordinario improvviso in un posto lontano dalle grandi città.
Dal 2017 il Ministero per lo Sviluppo Economico dispone di un Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione per la concessione di contributi di sostegno alle emittenti televisive e radiofoniche locali e ora anche dalle regioni arriva qualche input per la tutela di questo bene così fortemente radicato sul territorio. Di recente la Regione Lombardia ha annunciato in una nota una misura a favore delle emittenti radiotelevisive locali, approvata dalla giunta su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Mattinzoli, che ammonta a 70mila euro.
“Abbiamo previsto di concedere contributi in conto interessi sui finanziamenti erogati dal sistema bancario e da Finlombarda nell’ambito della misura ‘Credito Adesso’ alle emittenti radiotelevisive locali, proprio perché questo settore ha dovuto affrontare e superare i durissimi anni della crisi”, ha spiegato Mattinzoli.
Secondo l’ente lo stanziamento dovrebbe arrivare a produrre 2 milioni circa di finanziamenti complessivi. La speranza è che anche altri governi regionali, soprattutto dove le reti locali sono più radicate come Puglia, Lazio, Campania, possano seguire l’esempio in modo che sia sempre l’ente territoriale più prossimo a prendersi cura di realtà tanto utili nel loro servizio che va ben oltre la comunità autoctona.