Mentre Ero Via: la Puccini alle prese con un già visto «romanzo familiare»
Serialità fatta in serie, tanto per giocare con le parole. Così potremmo definire l’offerta di Rai Fiction, che da sempre propone al proprio pubblico prodotti molti simili; i casi storici sono quelli con protagonisti gli investigatori impiccioni ed improvvisati, come Don Matteo o Provaci Ancora Prof, ma ultimamente si somigliano tra loro anche fiction più complesse, che dovrebbero essere in qualche modo uniche. Emblematico è il caso di Mentre Ero Via, un prodotto intricato e coinvolgente che, però, sembra già visto.
Mentre Ero Via: un racconto coinvolgente ma poco originale
La storia di Monica, che si risveglia dal coma e non ricorda alcune cose fondamentali della propria vita, è fatta di sentimenti ma soprattutto di indagini, atte a svelare il mistero che circonda il suo passato. Lei è accusata di aver moralmente causato la morte del marito, precipitato durante un violento alterco con quello che dovrebbe essere stato il suo amante e, pur non ricordando nulla di quanto le raccontano, all’inizio se ne convince, salvo poi cercare un’altra verità.
Un meccanismo che ricorda molto quello de La Strada di Casa, la fiction con Alessio Boni trasmessa da Rai 1 a novembre del 2017: anche lì il protagonista si risvegliava dal coma e, mentre in tanti lo ritenevano colpevole di un omicidio, lui tentava di ristabilirsi e, nel frattempo, faceva i conti con un senso di colpa che in realtà non avrebbe dovuto provare, essendo innocente.
L’altro elemento fuorviante, che toglie originalità a Mentre Ero Via, sta nella scelta della protagonista, Vittoria Puccini. E’ credibile nei panni di Monica ma il suo personaggio, così anticonformista e in perenne lotta con la ricca e fredda società a cui appartiene, richiama fin troppo alla mente la sua Emma di Romanzo Famigliare; un’altra madre sui generis, mentre il suocero di Monica e il padre di Emma rappresentano quell’arcaica autorità alla quale sottrarsi, nel tentativo di emanciparsi e trovare la propria strada.
Aldilà di queste assonanze, la fiction resta ben interpretata e gradevole, con quel suo alternarsi di passato e presente, sogno e realtà, verità e menzogna.