EUROPA 7 TRASMETTERA’ DA GIUGNO. ACCORDO RAGGIUNTO TRA GOVERNO E DI STEFANO.
Europa 7 andrà in onda. Dopo un centinaio di ricorsi e sentenze italiane ed europee, la “rete che non c’è” (o meglio che non c’era) inizierà le trasmissioni il prossimo giugno, a seguito di un accordo tra il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, ed il patron di Europa 7, Francesco Di Stefano.
Dopo un lunghissimo contenzioso legale di ben 11 anni, l’accordo tra Governo e Di Stefano è stato raggiunto grazie alla ricanalizzazione di Raiuno degli scorsi mesi ed alcune frequenze integrative, che hanno permesso l’assegnazione del canale di trasmissione ad Europa 7. Frequenze aggiunte al canale 8 in banda VHF iniziale, in quanto necessarie all’emittente per ottenere una copertura pari all’80 per cento del territorio, dopo il ricorso di Europa 7 al Tar contro il provvedimento governativo nel dicembre 2008 di assegnazione della rete proprio perchè insufficiente. Romani spiega così l’intesa:
«Ad Europa 7 saranno assegnate anche altre frequenze, i cosiddetti ‘cerottì, che le consentiranno di raggiungere una copertura adeguata. L’intesa, raggiunta anche attraverso gli ottimi rapporti personali con di Stefano, si inserisce in maniera virtuosa nel processo di chiusura della procedura di infrazione aperta dall’Europa a carico dell’Italia, ormai in fase conclusiva».
All’incontro congiunto per illustrare il progetto, Di Stefano ha spiegato di non aver ancora deciso se partire in analogico o digitale, e ha rimandato a maggio la presentazione del progetto editoriale della nuova tv. L’intesa, inoltre, prevede che le frequenze aggiuntive concesse a Di Stefano non possano essere alienate fino alla fine del processo di digitalizzazione del 2012. Quel che è strano, però, è che Di Stefano ha raggiunto un compromesso proprio con il Governo del proprietario della tv prima a lui avversa. Dichiara Romani:
«Rappresenta un passo avanti enorme, che la dice lunga sul comportamento di questo ministero: non siamo qui a difendere gli interessi di chicchessia, ma a gestire un problema complesso».
E sono rivelatrici le parole di Di Stefano:
«I precedenti ministri neanche ci ricevevano: è andata così con Cardinale, Gasparri, Landolfi e con lo stesso Gentiloni che si è dimenticato dei nostri diritti. Oggi il problema si risolve grazie alla fiducia e ai rapporti personali. Probabilmente si poteva ottenere lo stesso risultato anche prima. E dopo tanti ricorsi, direi che si tratta di un miracolo».
Certo, la situazione televisiva di oggi è molto diversa da quella del 1999, quando Europa 7 si aggiudicò la gara per la concessione nazionale; ma lo stesso Di Stefano si dice convinto di riuscire ad adeguare il proprio progetto al nuovo panorama. Ce la farà?