RAI, LUCA BARBARESCHI NON CI STA: NOI FINIANI EPURATI. INTANTO PER PIPPO BAUDO SI PENSA A RAITRE.
Il rischio di rimanere impallinati è sempre dietro l’angolo, c’è poco da star sereni. Lo sanno bene ai piani alti della Rai, dove a dettare tempi e manovre è spesso la politica, prima ancora che le logiche empiriche degli ascolti. Le ‘pistolettate’ arrivano da destra e sinistra, ma le più insidiose sono sempre quelle che piombano dall’alto. Stavolta pare abbiano aperto la caccia ai finiani, quegli stessi che fino a poco tempo fa erano pronti a pigliare tutto, a partire dai programmi e dalle poltrone più prestigiose di Viale Mazzini. Secondo alcuni, l’aria è leggermente cambiata e quella che doveva essere una vigorosa spallata rischia di diventare un capitombolo.
In questi giorni si sta infatti parlando della cancellazione di programmi Rai e produzioni che interessano personaggi legati a Gianfranco Fini. L’inversione di rotta è stata raccontata anche da Il Giornale e da Il Fatto quotidiano. La prima trasmissione a subire uno stop è stata quella di Pippo Baudo, prodotta da Gabriella Buontempo, moglie del superfiniano Italo Bocchino. Per il Pippo nazionale, stando a quello che ci risulta, si starebbe pensando ad una collocazione su Raidue ma ancor più probabilmente su Raitre. Congelato, in attesa di un destino piuttosto incerto, sembrerebbe il contratto Rai con la suocera di Fini, produttrice di “Per Capirti” all’interno dello show pomeridiano Festa Italiana condotto da Caterina Balivo. Come dire: qui ai finiani rimangono solo le briciole.
Per il momento, l’unica vera ”mazzata” più pesante l’ha presa Barbareschi. Proprio ieri per il fondatore della Casanova pare sia arrivato un no definitivo – dicono abbastanza violento - per la possibilità di produrre un talent show all’interno della prossima Domenica In. Le motivazioni sembrano essere di natura economica (si prevedevano trenta puntate da centomila euro ciascuna) e di scovenienza politica. Luca ha incassato il colpo, e su La7 si è lasciato andare a dichiarazioni a dir poco taglienti: “L’azienda a me legata viene epurata in Rai per la mia vicinanza all’area di Fini mentre Endemol, legata al Presidente del Consiglio – per il 33% è di proprietà di Mediaset- lavora tranquillamente”.
Le parole di Barbareschi, che è anche parlamentare del Pdl, sono un colpo basso e delineano un cambiamento di prospettiva. Se prima le accuse della stampa erano tutte rivolte ai finiani, e al loro progetto di accaparrarsi il maggior numero di posti in Rai, ora sono gli stessi uomini di Fini a strillare contro chi vuole togliere loro il lavoro. I buchi lasciati nel palinsesto dalle ultime mosse sembrano infatti andare a vantaggio di altre case di produzione, a partire proprio da Endemol.
Da parte sua, il direttore generale Masi sembra aver agito su quei programmi che stavano creando pericolosi imbarazzi di natura politica e mediatica, col rischio di compromettere anche equilibri interni all’azienda. Su questo fronte - scrive il Fatto quotidiano - il dirigente avrebbe addirittura consultato i suoi collaboratori: “Cosa sta succedendo? Vuol dire che mi stanno facendo terra bruciata? Cosa vogliono da noi? Forse trascinarci nello scontro politico che farebbe soltanto male alla Rai” riporta il quotidiano di Padellaro.
Come cambiano le cose, in Rai. Se ieri vi raccontavamo delle mire espansionistiche degli uomini di Gianfry, oggi- a distanza di qualche settimana- la situazione è cambiata. Nessuno vuol correre il rischio di rimanere impallinato prima del tempo.