PAOLO VI, UOMO DEL DIALOGO E DI LIBERTA’
“Paolo VI, il Papa nella tempesta”, tv-movie in due puntate in onda, in prima serata, su Raiuno domenica 30 novembre e lunedì 1° dicembre, è l’avvincente ricostruzione della vita di un Pontefice chiamato alla difficile missione di traghettare il nostro Paese e la cristianità tutta nella modernità. “Nel 30° anniversario della sua morte”, ha detto questa mattina, in conferenza stampa, Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno e di Rai Fiction, “ho voluto fortemente e sostenuto, con convinzione, questa fiction, al fine di rendere omaggio a un uomo chiamato a guidare la Chiesa in un momento storico di difficile transizione, un uomo consapevole del fatto che si può scendere da un trono, ma non da una croce”.
Interpretato da Fabrizio Gifuni, attore poliedrico che già abbiamo avuto modo di apprezzare in “La meglio gioventù”, “Il partigiano Johnny” e “Hannibal”, Paolo VI appare, agli occhi dello spettatore, come un Papa dotto, ma non saccente, riflessivo, ma non inerte, profondamente dolente, ma mai rassegnato. “L’enorme responsabilità”, ha dichiarato Gifuni, “che mi sono caricato sulle spalle è stata quella di affrontare un personaggio, che pur avendo rappresentato una figura centrale del ‘900, è sprofondato in un cono d’ombra, schiacciato dal suo predecessore e dai suoi successori assurti a vere e proprie icone mediatiche”. Papa Montini non è affatto un uomo dubbioso, amletico e tormentato, secondo quell’erroneo e stantio clichè, ancora oggi così diffuso e condiviso, ma, è piuttosto, per Gifuni, un mistico, un intellettuale, proprio come Amleto e, soprattutto, un uomo dalla personalità complessa e sfaccettata capace, durante il quindicennio del suo Pontificato, di aperture sconvolgenti e di improvvisi irrigidimenti.
Fondamentalmente conservatore, in materia dottrinaria, PaoloVI fu, però, sostenitore ed esecutore materiale di un processo di radicale rinnovamento di Santa Romana Chiesa, in un periodo, è bene ricordarlo, caratterizzato da una dilagante secolarizzazione e da un’inarrestabile deriva laicista. Fu il primo Papa a mettere piede su un aereo, a visitare una fabbrica, a parlare alle Nazioni Unite e, coraggiosamente, a scrivere una lettera a una banda di criminali, appellandoli come “uomini” e supplicandoli “in ginocchio” di risparmiare la vita del suo amico Aldo Moro.
Proprio i passaggi del film dedicati al “caso Moro” sono quelli che, più degli altri, ci restituiscono l’immagine autentica e toccante di un uomo del dialogo e della conciliazione, di un uomo che, pur incarnando il ruolo di un Capo di Stato e di una suprema autorità morale, non ebbe pudore nel manifestare i suoi umanissimi sentimenti di viva apprensione e profonda partecipazione emotiva per la sorte di quello che sarebbe diventato il più illustre martire politico italiano.
Al fine di mettere a tacere alcune insistenti voci su presunti malumori vaticani Fabrizio Gifuni ha rivelato, questa mattina, con una punta di orgoglio, di aver ricevuto personalmente i complimenti di Sua Santità Papa Benedetto XVI cui il film era stato fatto vedere in anteprima qualche settimana fa.
“Paolo VI, il Papa nella tempesta”, una coproduzione Rai Fiction e Lux Vide, prodotto da Matilde e Luca Bernabei, diretto da Fabrizio Costa, è sceneggiato da Francesco Arlanch, Maura Nuccetelli e Gianmario Pagano, i quali hanno potuto contare sull’insigne collaborazione offerta dal Cardinal Re e dal Cardinal Comastri. Nel cast figurano, tra gli altri: Mauro Marino, Antonio Catania e Sergio Fiorentini.