PIERO MARRAZZO SI SCUSA PER LO SCANDALO TRANS. POTREBBE TORNARE IN TV?
“Ho fatto un errore. Di questo errore voglio chiedere scusa. Ho sbagliato, scusatemi. Ecco. Solo questo”.
E’ un Piero Marazzo diverso, quello che, a due anni dallo scandalo che lo ha coinvolto, si confessa a Concita de Gregorio sulle pagine de La Repubblica. Piero, fortificato da un soggiorno in un convento a Montecassino, parla di se e della sua vita passata e futura alternando fermezza, nel chiedere scusa e dichiarare di aver imparato dai suoi errori, e pudore, nel raccontare i perchè delle sue relazioni (occasionali precisa) con trans prostitute. Sulle discusse frequentazioni di Via Gradoli spiega infatti:
“So che non è bello da sentire e non è facile da dirsi, ma una prostituta è molto rassicurante. È una presenza accogliente che non giudica. I transessuali sono donne all’ennesima potenza, esercitano una capacità di accudimento straordinaria. Mi sono avvicinato per questo a loro. È, tra i rapporti mercenari, la relazione più riposante. Mi scuso per quel che sto dicendo, ne avverto gli aspetti moralmente condannabili, ma è così. Un riposo. Avevo bisogno di suonare a quella porta, ogni tanto, e che quella porta si aprisse - e poi continua ribadendo - (…) Io non sono omosessuale. Non ne faccio un vanto, ma non lo sono. È così. Ho amato solo donne. Moltissimo, e con frequente reciprocità. Dai transessuali cercavo un sollievo legato alla loro femminilità. Il fatto che abbiano attributi maschili è irrilevante nel rapporto, almeno nel mio caso. Non importa, non c’è scambio su quel piano. È il loro comportamento, non la loro fisicità, quello che le rende desiderabili.”
Della triste vicenda Marazzo ci tiene a sottolineare di essere una vittima e non un colpevole, avendo addirittura denunciato i fatti, un aspetto fondamentale che però non gli ha impedito di dimettersi:
“Nei confronti della mia famiglia, e politicamente, verso i miei elettori e la comunità che governavo, ho sbagliato. Così mi sono dimesso”.
Il caso Marazzo tiene vivo il dibattito tra ciò che è pubblico e ciò che è privato per un politico: un rappresentante del popolo deve rispondere delle sue scelte personali o “debolezze” agli elettori? Marazzo, se da un lato si è dimesso per uno sbaglio umano, dall’altro, lasciando quasi intravedere degli spiragli per un ritorno in politica, afferma:
“(…) Lepersone comuni capiscono benissimo le vicende della vita, sanno distinguere, sanno giudicare e trarre le conseguenze. Sanno anche perdonare, se la colpa è una debolezza e non una frode ai loro danni. Ne sono sicuro, lo so perché lo vedo.”
Opinioni che sembrano contrastare con quanto l’ex collega Mentana dichiarò allo stesso giornalista:
“E’ inutile girarci intorno. Ogni uomo pubblico viene ricordato per un episodio e tu sai che lo scandalo è entrato nella memoria collettiva per sempre”
La riflessione tra pubblico e privato assume una connotazione anche televisiva quando si parla di Marrazzo. Il fatto che il giornalista sia stato per anni un volto apprezzato della televisione pubblica porta a chiedersi se un suo ritorno – mai ventilato sinora -come conduttore sia fattibile. In questo caso, rispetto alla politica viene meno l’elemento della della ricattibilità ma in compenso c’è il contatto diretto con il pubblico che rende, volente o nolente, chi sta in tv una sorta di modello per il pubblico a casa. E voi sareste favorevoli ad un suo ritorno in tv?
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