MARCO TRAVAGLIO BACCHETTA L’AD STELLA: NON PRESE SANTORO A LA7 PER PAURA DI CRITICHE AI POLITICI ‘AMICI’
Da “giustizialista” a giustiziere il passo è breve. E’ bastato che qualcuno mettesse in dubbio l’integrità di Michele Santoro per trasformare Marco Travaglio nel temibile Vendicatore brizzolato. La metamorfosi è avvenuta stamane sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, innescata da alcune dichiarazioni che l’AD di La7 Giovanni Stella aveva rilasciato ieri al Giornale. “Con Santoro non abbiamo chiuso il contratto solo perchè lui pretendeva libertà assoluta… facile chiedere la libertà con i soldi degli altri” aveva proferito il vertice della tv di Telecom. Così il giornalista, compare televisivo del noto conduttore, ha impugnato la clava ed ha replicato al “Canaro” per fare giustizia.
Nel suo editoriale, Travaglio ha provato a smontare la versione di Stella, secondo la quale Santoro avrebbe preteso un’eccessiva autonomia dall’editore di La7. Il brillante vicedirettore del Fatto, in particolare, ha citato l’articolo 21 della Costituzione in riferimento alla tutela della libertà di espressione. E ha bacchettato il dirigente della tv terzopolista:
“Non sappiamo quali editori conosca, a parte se stesso, il dottor Stella, ma in tutto il mondo libero funziona così: l’editore sceglie i giornalisti a proprio gusto secondo criteri professionali; dopodiché questi lavorano come meglio credono, in base alle regole fissate dal contratto nazionale (…) Se poi l’editore non è soddisfatto di loro, li licenzia per giusta causa. E alla fine è il giudice a stabilire se la causa era giusta o no“
Se Michele Santoro è stato scaricato da La7 la colpa mica è sua. Piuttosto, ci saranno state altre motivazioni. Travaglio si è così messo a scandagliare le cause che avrebbero fatto saltare la trattativa tra il teletribuno e l’emittente. Per poi trarre una personale conclusione.
Passando in rassegna gli eventuali ostacoli al nuovo contratto di Santoro, il giornalista ha edotto che i motivi non fossero professionali né finanziari, né aziendali o politici. Di qui la domanda schiacciante:
“Dunque perchè (Stella, ndDM) pretendeva – stavolta il verbo è appropriato – ciò che nemmeno la Rai di Masi&C. aveva mai ipotizzato, cioè di controllare scaletta, ospiti e filmati?#8221;
L’interrogativo, del tutto pertinente, sembrerebbe incastrare il “Canaro” anche rispetto al problema delle garanzie legali (che invero Mentana e Santoro si erano dichiarati pronti a coprire). Andrebbe però considerato che non stiamo parlando di un anchorman qualunque, ma di una mina vagante tanto geniale quanto esplosiva. Risulta dunque comprensibile che La7 volesse prendere delle adeguate tutele, cosicché stavolta affanbicchiere non ci venisse mandato nessuno.
Tuttavia, secondo Travaglio, la faccenda avrebbe una spiegazione ben precisa:
“la paura di Stella, o di Telecom tutta, che Santoro usasse la sua libertà per criticare i politici dai quali la concessionaria Telecom dipende“.
Perchè zio Michele non è mica pestifero o fazioso. Sono gli altri che lo dipingono così, e poi finiscono col mettersi paura.
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28 agosto 2011 alle 12:06