AMICI 11 E LOS TALENTOS DE CUBA
Benvenuto cambiamento. Linea verde, montaggio squeeze al punto giusto, frecciatine e battute ad iniezione rapida e senza lungaggini pretestuose. Sembrano passati anni luce dalle pettorine dai colori sgargianti con cui i candidati sfilavano davanti ai coreografi e il meccanismo avanti un altro dei cantanti, con quei casting che andavano in onda per sfruttare al massimo la piattaforma del programma e far diffidare dalle varie concorrenze.
Amicicasting: innanzitutto un ritmo piacevole e poi una sfilata di ragazzi decisamente più interessanti rispetto all’immagine tradizionale del cantante neomelodico e nazionalpopolare. Le sorprese migliori arrivano proprio dalla parte canora. Convince la scelta di mettere i giudici allo stesso tempo assieme e contro. Mara Maionchi che limita il narcisismo di Zerbi o la classicità della Di Michele, e viceversa con una buona selezione finora. Ok l’x factor ma niente caricature (vedi il ragazzo con il gatto morto pettinato) o manierismi mengoniani (anche se a Maria piacerebbe parecchio averlo scoperto lei Marco Mengoni, per il quale non fa che professare stima a distanza).
Dalla parte della danza niente di eccezionale, se non il momento te gusta la danza de Cuba e l’esibizione Italia’s got Talent style, qualora ci fosse bisogno di ulteriori rimandi espliciti alla quarta costola defilippiana. Arriva dalla terra dei sigari e di Fidel Castro la storia più cool della prima puntata. Due fratelli, i Becerra, uniti dalla passione per la danza. Uno, talento cristallino, l’altro, grande passione, ma limiti fisici e con una forte solidarietà magnificata dal montaggio alternato degli sguardi. Alla fine riescono entrambi a superare il turno, ma il secondo solo dopo il salvataggio di Luciano Cannito.
E’ proprio il baffetto ad addossarsi il compito di normalizzare la ferrea scrematura della Celentano con un’elasticità apprezzabile e una citazione della poetica barocca della meraviglia che gli vale la palma d’oro della prima puntata. Deve fare per due il buon Luciano dato che Garrison è assolutamente trasparente e ha paura di continuare a fare danni ammettendo talenti improbabili come nelle prime annate. Non interrompe praticamente mai e non salva nessuno, ma Maria lo aveva predetto (o glielo avrà ordinato?).
Il ragazzo che balla ammantato di stoffa e rivendica la discendenza di Marta Graham dopo uno stop poco demagogico della maestra Alessandra e la ragazza che di cognome fa Pasqua e non si vergogna a dichiarare la sua tendenza a portare la sua fagottata in pose che ricordano l’omonimo uovo della festa della Resurrezione emergono forse come i ragazzi più estrosi tra quelli ammessi al turno seguente.
Ci sarebbe anche la ragazza dalla voce a Paperino, ma è la Maionchi a farla emergere più che altro sollevando la leva della promozione e con tanto di risposta caparbia alla Di Michele, praticamente spedita a quel paese per la sua critica alla particolarità della candidata. Una ragazza Paperino con i maroni. Amen, diremmo.
Maria contribuisce con la sua sensibilità del dettaglio alla narrazione talentistica del programma. Il capello, il gesto, la battutina, il sorrisino, la carezza e qualche delusione per qualche potenziale personaggio che se ne va, in attesa dei nuovi speciali che dovranno formare la nuova difficile classe di talenti del mondo saturo.
25 Commenti dei lettori »
RSS feed per i commenti di questo post
Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook
Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.
2 ottobre 2011 alle 01:44