LO SMEMORATO DI COLLEGNO: UNO STRAORDINARIO ENIGMA DI 83 ANNI FA
Un mistero ancora insoluto, una vicenda intricata e complessa, un caso mediatico che divise, appassionò e fece discutere l’Italia intera: è la storia de “Lo smemorato di Collegno” che rivive, sui nostri schermi, questa sera e domani in prime time su Raiuno. La miniserie, prodotta da Rai Fiction e Casanova Entertainment e diretta da Maurizio Zaccaro, volge lo sguardo su un avvincente enigma sociale e psichiatrico che, oltre ad aver ispirato la penna di grandi scrittori quali Sciascia e Pirandello, reclama ancora, incredibilmente da 83 anni, una soluzione certa e univoca.
Siamo nel 1926 quando un barbone viene arrestato mentre sta rubando un vaso nel cimitero israelitico di Torino. Portato in questura, l’uomo non è in grado di fornire le proprie generalità e viene così ricoverato nel manicomio di Collegno dove gli verrà diagnosticata un’amnesia retrograda globale. La storia, apparentemente anonima e insignificante di un povero “scemo di guerra”, si trasforma ben presto in un caso nazionale, che vede coinvolti intellettuali, politici, giornalisti e persino Santa Romana Chiesa.
Ma questa è anche e soprattutto una storia di amore conteso fra due donne che lotteranno, caparbiamente e coraggiosamente, per riabbracciare quello che entrambe credono sia il loro congiunto. Lo smemorato, infatti, dapprima viene identificato come il professor Giulio Canella di Verona, misteriosamente disperso in Macedonia in occasione della Grande Guerra, mentre, successivamente, sempre più fondati si faranno i sospetti che egli sia Mario Bruneri, tipografo, simpatizzante socialista e soprattutto incallito truffatore.
A poco a poco il romanzo popolare dello smemorato comincia a inglobare, muovere e rimescolare un foltissimo insieme di interessi. Una trama intricatissima e avvincente in cui si insinuerà, ciascuna con le proprie ragioni e finalità, la stampa, in primis “La Domenica del Corriere”, ma anche la politica, attraverso un eminente uomo del regime Roberto Farinacci, legale della famiglia Canella, e la Chiesa (Padre Gemelli era, infatti, un amico di Giulio Canella). Un dramma dallo straordinario appeal e dalla prorompente carica emotiva, nel quale, però, nessuno avrà il privilegio di essere ammesso a godere della verità.
La miniserie, liberamente ispirata al saggio di Lisa Roscioni edito da Einaudi, vede come protagonisti Gabriella Pession, Johannes Brandrup, Lucrezia Lante della Rovere, Giuseppe Battiston e Franco Castellano.