AMICI 11: LA GIURIA TECNICA RIPESCA ANNALISA, IL TELEVOTO MARCO E ANTONINO. DEBACLE PER SCANU
Una serata di ripescaggi e duetti quella di ieri per i big impegnati nella sesta puntata del serale di Amici 11, ormai prossimo al doppio appuntamento finale all’Arena di Verona, fissato per venerdì 18 e sabato 19 maggio. La gara tra le vecchie glorie, però, inizia dai quattro cantanti ancora in gara, protagonisti della manche d’apertura dedicata alle cover e giudicata dalla giuria tecnica. Il responso è immediato e scontato: vince Alessandra, seguita da Emma e Pierdavide. Ultimo Marco.
Il cantante sardo (dubbioso che la giuria tecnica voti in base al personaggio e non alla performance) viene provvisoriamente eliminato, costretto a passare dalla manche dei ripescandiAnnalisa, Antonino e Valerio per tentare di tornare in gara. Ed è proprio questa sfida a regalare le maggiori sorprese, a cominciare dal primo verdetto, ancora di “stampo” tecnico: la giuria ha la possibilità di ripescare direttamente uno dei quattro e la fortunata (con merito) è Annalisa.
A questo punto la sfida si fa in tre… duetti! Maria De Filippi, per dimostrare che il girone dei big è nato con il solo scopo di mostrare la bravura e il talento di nove ex allievi di Amici (e non la loro rivalità), fa duettare Antonino, Marco e Valerio con le tre vecchie glorie che hanno superato la prima manche; il televoto, chiaramente, è sempre in ottica ripescaggio. Marco (vincitore anche questa settimana della golden share per il brano più scaricato) sceglie Alessandra; i due cantano “La mia storia con te”.
Tocca poi a Valerio, che decide di cantare con Pierdavide la sua “Basta così”. Il terzo ed ultimo duetto è di Antonino ed Emma con “Non è l’inferno”. E subito il verdetto del pubblico votante, che smentisce quello di inizio puntata della giuria tecnica: primo Marco, che torna ufficialmente in gara. Gli altri due vanno all’ultimo scontro, che si rivela una debacle per Scanu: Antonino viene ripescato, premiato al televoto dal 71% di preferenze. Valerio abbandona il programma, lasciandosi andare ad un pianto forse liberatorio.
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