ANDREA SCROSATI BENEDICE SKY UNO, X FACTOR E SIMONA VENTURA
Andrea Scrosati, da marzo nominato Executive Vice President Cinema, Entertainment & Third Party Channels di Sky, in una recente intervista a Tivù ha “sbandierato” il nuovo orgoglio della tv satellitare di Rupert Murdoch: Sky Uno.
Il canale 109, nell’ultima annata, è stato capace di riempire quel vuoto presente nella piattaforma di Sky, rappresentato dal pacchetto relativo all’intrattenimento. Le pay tv nascono (e sopravvivono) sempre con sport e cinema, alle quali si aggiungono successivamente i canali per bambini, news e factual. Il genere che più ammicca alla generalista, invece, è spesso ultimo nell’ordine di richiesta degli abbonati. In tal senso, dunque, il “miracolo” compiuto da Sky risponde al nome di X Factor, un investimento rischioso ma rivelatosi vincente:
“Mi permetta di dire che rischiare in televisione è fondamentale - ha dichiarato Andrea Scrosati - Solo rischiando si ’scoprono’ i programmi, i talenti, che fanno il futuro della tv. Una televisione che non rischia è una televisione morta. Comunque X Factor offriva anche alcune garanzie (…) Insieme ad Amici è il solo programma italiano in grado di lanciare artisti che poi avranno un seguito oltre la ‘finestra televisiva’, con la vendita di dischi e concerti, cosa che invece non riesce più neanche al Festival di Sanremo”.
La scelta di Sky di puntare su X Factor partiva con un “handicap” non indifferente: il fatto che il format avesse alle spalle già quattro edizioni targate Rai, col rischio che gli abbonati lo percepissero “come un contenuto non veramente premium”. Da qui la necessità di creare attorno al talent un alone di interesse e credibilità senza precedenti:
“Per questo il nostro impegno è stato di arricchirlo con forti elementi innovativi, migliorandone il livello di produzione, cast, studio e interazioni con i social media. Alla fine, durante le puntate, si è arrivati ad avere in media sette topic sui dieci top trends di Twitter dedicati allo show e uno dei leitmotiv comuni dei messaggi era lo sfottò tra chi era abbonato a Sky e chi no. Per una pay tv vuol dire ‘mission accomplished’”.
Una missione studiata nei minimi particolari, compreso quello di “riconsegnare” il programma a Simona Ventura, beneficiando così del forte polverone mediatico scatenato dalla Mona “fuggita” dalla Rai:
“A Simona va riconosciuto il grande coraggio di mettersi in gioco, di saper rischiare, qualità molto rara in questo mondo (…) Con Giampiero Solari è al lavoro per individuare una serie di progetti che valorizzino la sua capacità di saper tradurre per il grande pubblico anche temi complessi. La sua storia dimostra quanto il successo di una professionista del suo calibro non passi dalla quantità bensì dalla qualità della visibilità, un aspetto che la tv generalista trascura, con il rischio che, quando si ha la fortuna di lavorare con un vero talento, si possa cedere alla tentazione di sovraesporlo”.