CIAO MASSIMO
E’ ancora in bozze l’ultimo articolo che aveva scritto per noi. E, ahimè, se mai dovesse essere pubblicato, Massimo Dorati non potrà controllarlo come era solito fare. Purtroppo non c’è più. E io sono in grande difficoltà. In questi casi, con le parole non ci so fare e credo che qualunque cosa si scriva risulti inopportuna o fuori luogo.
Preferisco lasciare spazio ai ricordi, al perenne entusiasmo che faceva da scudo alle situazioni meno allegre, alle interminabili telefonate, alla nuova casa nella quale si era trasferito da poco per dare un taglio al passato dopo la scomparsa della mamma con la quale aveva un rapporto viscerale, all’inseparabile cane, ai Telegatti che facevano da cornice al camino, alle immancabili sigarette che lo accompagnavano nella stesura di nuovi progetti. E anche al ritorno di Topo Gigio, l’ultima fatica alla quale aveva lavorato.
Mi aveva chiamato giovedì sera. Non sono riuscito a rispondergli. Ed ora, caro Massimo, quando ti richiamo? Dovevi aspettare un po’ prima di andartene…
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