ROMANZO PERSONALE: MTV RACCONTA LORIS, ADOLESCENTE ‘TERREMOTATO’
Tre anni sono passati dalla tragedia delterremoto.L’Aquila scandisce oggi gli strascichi di un evento, finito in tv solo per la catastrofe e poi dimenticato. Non sempre, e non da tutti: ‘Romanzo Personale’, il nuovo programma diMtv (in onda il martedì in seconda serata) ci riprova. A raccontare la speranza che non c’è più. La storia di Loris è stata al centro della nona e penultima puntata di un programma nel quale il lavoro, gli stili di vita, la solitudine, il coraggio, la famiglia, il successo e il gioco d’azzardo, sono stati singolarmente trattati in ogni puntata.
Ieri, però, nella nona e penultima puntata – dicevamo – la storia di ‘Loris – Il Terremoto mi ha fatto crescere’. Cosa voglia dire non poter tornare a casa, non poter fare qualcosa di speciale per il compleanno. Se la casa, sicura non lo è ancora. Per chi una casa, ancora oggi, non ce l’ha più. Si sceglie di parlare dell’Aquila e di Loris. La città non offre più niente: nessun divertimento, se non qualche centro commerciale. E diventare grandi, qui, è veramente difficile. Senza stimoli, storia, luoghi che si rispettino. Così la scuola diventa impossibile, assenti le alternative. Il rapporto con gli educatori, con gli educabili. Come la società e il tempo che non passa.
Loris frequenta l’Alberghiero. Dovrebbe studiare sala, cucina, ricevimento. Invece, oggi, non è possibile. Perché non si ricostruisce e, fiducioso, Loris dice: «Minimo minimo un paio d’anni ci vogliono», e ne sono passati già tre.
Azzeccatissimo il titolo del programma, ‘Romanzo Personale’. Qui non c’è il realismo assoluto di Pif ne ‘Il Testimone’. Qui è raccontata una realtà, dal punto di vista dei ragazzi che confessano i loro punti di forza, di debolezza. Romanzano paure, incubi, prospettive del futuro.Si racconta il cambiamento e non solo la fotografia dell’attualità. Si gioca sui tempi, sui ritmi più narrativi e meno descrittivi. Puntellare l’empatia del telespettatore, trasponendola al torace. Si svecchiano caratteri e atteggiamenti, non solo comportamenti. Si cercano spiegazioni, soluzioni e non solo azioni in sé. Tra (auto)biografia e confessione.
La sensazione che si ha è che si sia stati abbandonati, anche se a rafforzarsi sono le relazioni umane. Che siano stati abbandonati, purtroppo, non è solo una sensazione. Restare o andar via? Il dilemma è questo per Loris, il diciassettenne cresciuto più in fretta grazie ad un terremoto che non ‘meritava’. E chi lo merita, pensiamo. Il 2009 non ha ferito solo l’Aquila, ma anche Loris. E tanti, come lui. Che andranno via da lì per riprendere ad avere una vita ‘normale’.