LA VITA IN DIRETTA: NE RESTERA’ SOLO IL NOME, PAROLA DI GUBITOSI
La Rai sarebbe in una fase di grande innovazione ed evoluzione, stando a quanto dichiarato oggi al Corriere dal direttore generale Luigi Gubitosi. In realtà, anche solo dando uno sguardo veloce ai palinsesti presentati una settimana fa e senza perderci il sonno, tutta questa innovazione non si nota, eccezion fatta per il settore fiction che anche il prossimo anno sarà il cavallo di battaglia della rete ammiraglia.
I cambiamenti riguardano più che altro la struttura interna dell’azienda pubblica: entro la fine del 2013 seicento dipendenti andranno in pensione e Gubitosi annuncia l’assunzione di duecento giovani con il contratto di apprendistato nonché un restyling del settore giornalistico.
Ma la generale politica degli avvicendamenti, che sembrerebbe di poco interesse per il grande pubblico, influenza nei fatti la natura stessa dei programmi, che rischiano di essere completamente stravolti. Questo, stando alle parole di Gubitosi, sarà il caso del fortunato La Vita in diretta, fiore all’occhiello dell’ultima stagione televisiva che ha appena perso, oltre a tutto il resto, anche lo storico autore Daniel Toaff:
La Rai vive un processo evolutivo in cui ogni palinsesto dev’essere migliore del vecchio e peggiore del futuro. Abbiamo contratti con volti noti da rispettare ma formule e contenuti cambiano. De “La vita in diretta” resta solo il nome: autori, conduttore, capostruttura di riferimento, contenuti sono cambiati.
Dalle parole del Direttore Generale si evince una scelta sorprendente e oseremmo dire rischiosa, considerato appunto il grande successo che il programma pomeridiano di Rai 1 ha riscosso finora. Certo, ripresentare la stessa identica formula senza il sorriso familiare e l’accoglienza di Mara Venier e Marco Liorni avrebbe finito per condurre il pubblico a continui e forse scontenti paragoni con i neo conduttori Paola Perego e Franco Di Mare, ma sarebbe stato nulla di fronte al rischio di “tradire” del tutto i telespettatori togliendogli ciò cui sono abituati da anni facendoli di conseguenza migrare verso altri lidi.
Le scelte della Rai suonano sempre più difficili da comprendere, questo è sicuro. Certo, panta rei. Ma non vorremmo dover aggiungere agli antichissimi detti anche quello che recita: chi lascia la via vecchia per la nuova…
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