INTELLIGENCE: AZIONE E ADRENALINA RIVOLUZIONANO LA SERIALITA’ ITALIANA
Taodue si conferma come casa di produzione di avanguardia nell’innovazione del linguaggio televisivo proseguendo nella direzione, già introdotta con Ris, della convergenza nella regia delle dinamiche di interattività dei new media digitali. Nonostante ci siano meno riferimenti diretti alla semiotica del videogame rispetto alle indagini della polizia scientifica, permane comunque un’esperienza immersiva e una velocità di scorrimento che tanto richiama la logica dei più coinvolgenti giochi d’avventura per consolle.
Intrigante il labirinto di false piste in cui è intrappolato il personaggio tragico di Raoul Bova, suggestivo l’intreccio dei segreti, spettacolari ma troppo avvenieristici gli environment dell’azione (troppi loft e palazzi di vetro che ammiccano più ad un paesaggio manhattiano per supereroi Marvel), positiva la scelta di produrre in formato panoramico 16:9.
I costi di produzione stellari si giustificano con la buonissima qualità della fotografia e della regia: non ci sono queivalenti italiani che raccolgono un numero così alto di inquadrature a piombo o comuque dall’alto per cui fondamentale è risultato l’utilizzo degli elicotteri. La complessa macchina organizzativa ha dovuto contemplare persino un’apposita direzione, responsabile dell’addestramento alle arti marziali degli attori (per un numero di combattimenti a mani nude un filino eccessivo).
Ben sfruttato il selling element Raoul Bova, la cui immagine è scandagliata a 360 gradi, spesso con dei primissimi piani, soprattutto in chiusura di episodio con una stretta di inquadratura sullo sguardo di un’intensità profonda, più espressiva di mille parole, quasi a livelo di cinema muto. C’è stato spazio anche per un’insolita Imma Piro che sveste il consueto grembiale per calarsi nei panni di una stratega di alto rango e per molti volti già protagonisti dei prodotti di Valsecchi, in omaggio a quello schema di gestione produttiva flessibile che combina in maniera variabile gli elementi.
Chi chiedeva un diverso approccio alla fiction per le industrie culturali italiane può essere soddisfatto per il forte sperimentalismo di Intelligence. Resta da vedere quanto una formula così innovativa sarà compatibile con il gusto degli spettatori di Canale 5 che ultimamente hanno premiato prodotti molto distanti da questo. Bisognerà in buona sostanza verificare se l’appeal del prodotto possa interessare trasversalmente i segmenti di pubblico. La parola ai dati insomma…